TRA LA POLVERE DEI RESTI


Ispirato a
“Emigranti” di Slawomir Mrozek

regia e drammaturgia Laura Nardinocchi 
con Leonardo Bianchi e Francesco Capalbo 
scene Giuliano Napoletano 
musiche Francesco Gentile 
luci Livio Berardi
produzione Florian Metateatro, Rueda Teatro 

NOTE DI REGIA

Due uomini convivono in uno spazio buio, sporco, stretto.
Casse della frutta diventano letti, comodini, tavoli, sedie.
Due sole piccole aperture sul mondo esterno: una finestra e una televisione.
Questo è tutto il poco che hanno.
Due uomini, apparentemente diversi, apparentemente opposti.
Discutono, litigano, ma tornano sempre a fare pace. Faticano a capirsi, ma non riescono a distaccarsi.
Sono uniti dalla loro solitudine.
Lontani dalla loro terra, dalla loro famiglia. Inseriti in un paese che li mette al confine.
Che non si accorge dei loro desideri, dei loro bisogni.
Che critica la loro presenza.
Che vive nell’ignoranza.
Attento solo alle sue conformiste tradizioni: tutti devono partecipare alle feste di paese.
E anche i due uomini, così, trovano il loro modo per poter festeggiare.
Partecipano, senza mai uscire di casa.
Fra un brindisi e l’altro, fra una stella cadente e l’altra, fra un botto e un fuoco d’artificio si raccontano. Rivelano sogni, paure, speranze, ricordi.
Mostrano la loro fragilità, la loro identità di emigranti.
Cosa dà loro la forza per sopravvivere?
Dove trovano il coraggio per continuare a sopportare?
Cosa attendono? Cosa sperano?
E se perdono la speranza, se non hanno più prospettive e ambizioni, vale la pena vivere ancora?