L’ALTRO FIGLIO

Conduttrici: Laura Nardinocchi e Claudia Guidi
Durata della proposta progettuale: 6 mesi
Luogo: Roma – esito laboratorio: Teatro dei Documenti
Destinatari: adulti non professionisti

Il laboratorio ha voluto offrire ai partecipanti un’occasione per scoprire le proprie capacità e potenzialità espressive, fisiche, vocali e immaginative, facendo pian piano conoscere loro tutto ciò che è alla base del lavoro dell’attore.

Nel primo periodo di lavoro sono stati molto importanti i giochi e gli esercizi teatrali per creare il gruppo, per arrivare ad avere tutti un linguaggio comune e per lavorare sul rapporto dell’attore con il proprio corpo, con il compagno, con lo spazio scenico, con il tempo-ritmo e con gli oggetti – tutti elementi indispensabili per poi poter realizzare con loro uno spettacolo.

Pian piano si è deciso di lavorare su una riscrittura del racconto di Pirandello “L’Altro Figlio”. Questo perché il racconto dava la possibilità di avere un filo narrativo da seguire, potendo però spaziare, aggiungendo testo, battute, ruoli, dando loro anche la possibilità di lavorare sull’essere non solo attori ma anche attori/autori – aspetto centrale del nostro modo di  lavorare. 

Così, una volta che tutto il gruppo ha letto il racconto, il training è diventato funzionale alla realizzazione dello spettacolo: abbiamo lavorato molto sulla creazione di una piccola comunità di un paese e sulle differenti personalità che vi si trovano all’interno.

Abbiamo fatto in modo che ognuno di loro fosse libero nella costruzione del proprio ruolo, creandolo sempre a partire dal corpo: come cammina, che centro motore utilizza, a quale animale somiglia, quali sono i gesti di quel ruolo e di conseguenza che voce esce organicamente dal tipo di corpo che si arriva a delineare. Inoltre abbiamo fatto in modo che fosse sempre forte il lavoro di gruppo, sia grazie all’utilizzo dei tableaux vivants – dove erano tutti presenti – sia grazie al fatto che erano chiamati a restare sempre in scena, partecipando in maniera attiva e attenta a ciò che accadeva.

Infine abbiamo cercato di farli lavorare su ruoli che li aiutassero a sbloccare alcune loro paure e di utilizzare i punti di forza personali – come ad esempio doti musicali e di composizione poetica.